La fibra ottica, negli ultimi dieci anni, ha rivoluzionato le comunicazioni di rete. Grazie alla composizione dei cavi, che al loro interno contengono migliaia di sottilissimi filamenti di vetro protetti da una guaina isolante, è in grado di garantire rapidità di trasmissione dati, affidabilità della connessione e manutenzione minima.
A spiegarlo
è Rosario Crati, posacavi Cogepa, 31 anni, residente a Casoria.
“Lavoro in Cogepa da sei anni e dopo diversi incarichi ricoperti, nell’ultimo anno sono stato formato per la posa della fibra ottica cluster C&D e oggi sono impegnato sul cantiere di Gallinaro nella regione Lazio. Portiamo la fibra ottica nelle aree bianche, ovvero in quei paesi ancora non raggiunti dalla tecnologia. E’ una grande responsabilità ma allo stesso tempo ci inorgoglisce far parte di quel processo di innovazione che mette tutti i comuni sullo stesso piano”.
Il posacavi
non è un mestiere semplice, ma anche nelle difficoltà, c’è chi riesce a vedere
il lato bello di questa professione.
“E’ sicuramente un lavoro difficile, che richiede forza fisica e resistenza. Ci capita spesso di lavorare in condizioni climatiche scomode, di dover camminare per lunghi tratti, anche chilometri, perché per prima cosa bisogna stendere il cavo fino alla fine della bobina. Non esistono pause perché preferiamo completare prima il lavoro e poi risalire i luoghi di montagna in cui ci troviamo. Collaborare, sentirsi squadra con i propri colleghi è il segreto per portare a termine gli obiettivi”.
È un errore
pensare che le potenzialità della fibra ottica si fermino alla connessione
internet. La fibra ottica viene utilizzata in molti settori diversi tra loro,
tra cui la medicina.
“Quando durante le operazioni di cablaggio portiamo la fibra in un comune, una caserma o un ospedale, proviamo grande soddisfazione. Lì, infatti, stiamo offrendo un grande servizio alla comunità, portare la fibra ottica in una struttura ospedaliera garantisce performance di altissimo livello, rendendo migliori diversi aspetti del lavoro sanitario. Lo smart working, la telediagnosi, i web meeting con specialisti in sedi differenti, lo scambio di informazioni (esami, radiografie…) tra reparti e con altri ospedali, sono solo alcuni esempi, ma la lista è lunga. Ecco perché quello che facciamo noi non si limita solo alla connessione internet ma ha risvolti molto più ampi e importanti”.